la
questione della 'formazione professionale' (forse si dovrebbe dire lo
'scandalo') si sta imponendo all'attenzione dell'opinione pubblica
regionale grazie alle importanti e nette prese di posizione Sue e del
Presidente della Regione. Indagini della magistratura, blocco dei
fondi, trasferimento di gran parte dei dirigenti del settore segnano
un crescendo quasi drammatico. Il rischio è però che la questione
venga assorbita in una dimensione scandalistica che oscuri la
riflessione sul merito del problema.
La
sua azione può favorire, finalmente, un processo di radicale
trasformazione di una settore di attività, certamente strategico per
lo sviluppo della nostra Regione, che vede impegnati anche tanti
onesti lavoratori, la cui posizione occupazionale va attentamente
salvaguardata, che presenta però tutta una serie di guasti, noti
purtroppo ormai da parecchio tempo, sia agli addetti ai lavori, sia
ai cittadini più attenti ai problemi dell’Isola. È nota
l'indagine condotta dalla Commissione speciale dell'Assemblea
Regionale (2011); sono note, in particolare, le requisitorie della
Corte dei Conti, che ripetutamente (2007, 2009, 2010) ha osservato
che «i corsi in realtà servivano più agli enti che ai
frequentanti», i quali li abbandonavano in alto numero (più del
30% di abbandoni nel 2008). In sostanza, i risultati raggiunti dal
sistema della formazione professionale siciliana sono stati assai
scarsi, sia dal punto di vista degli sbocchi occupazionali, sia da
quello puramente formativo. Nelle sue conclusioni, la Commissione
speciale dell’ARS notava: «in sostanza si può affermare che
il sistema appare costituito sulla crescita esponenziale della spesa
pubblica, indirizzato a creare posti di lavoro, a prescindere dalle
esigenze effettive del mercato del lavoro e della qualità dei
servizi erogati».
Ripensare
la formazione, per ricondurla ai suoi veri scopi, richiede, a mio
avviso, una ridefinizione radicale del settore. Tre i soggetti che
possono svolgere un ruolo di protagonisti del cambiamento: le
associazioni degli imprenditori, le associazioni sindacali e
l'università. Ciascuno per il ruolo che gli è proprio, i tre
soggetti dovrebbero essere immediatamente mobilitati se non si vuole
che il processo si areni. Agli imprenditori e ai sindacati va
richiesta la costruzione di un piano di formazione strettamente
legato ai concreti bisogni del territorio e quindi alle reali
opportunità di inserimento nel mondo del lavoro. Senza il pieno e
responsabile coinvolgimento delle parti sociali lo spreco di risorse
continuerà ineluttabile.
Anche
l'università può fornire un efficace contributo alla costruzione
di un nuovo sistema, finalmente efficiente, della formazione
professionale in Sicilia. Alle istituzioni universitarie può,
infatti, essere affidato l'accreditamento degli enti e il controllo
di qualità dei corsi. Ciò, sulla base di valutazioni di
natura esclusivamente scientifico-pedagogica, utilizzando al meglio
quel patrimonio di sapere e di metodo che l’università,
istituzionalmente, detiene e diffonde. Nella relazione della
Commissione speciale dell'ARS si legge: «il degrado del sistema
della formazione è dipeso anche da un sistema di accreditamento che
ha consentito l’ingresso di soggetti privi di strutture adeguate,
di esperienza e di professionalità misurabili. Il sistema di
accreditamento è ancora oggi aperto a tutti, in quanto a tutti
possono essere rilasciati “accreditamenti provvisori” che
permettono la partecipazione ai bandi e l’erogazione dei
finanziamenti regionali senza un minimo di verifica ispettiva,
causando un accrescimento esponenziale del numero di enti
provvisoriamente accreditati». La maggior parte degli enti di
formazione in effetti agisce in regime di 'provvisorietà'.
Illustre
Assessore, la mia proposta fa seguito a una precedente lettera
aperta indirizzata al Presidente della Regione, all’indomani della
sua elezione, con cui lo invitavo a considerare l'università una
risorsa per il territorio. La 'formazione professionale' è il primo
terreno concreto, credo, in cui può essere attivata una virtuosa
sinergia istituzionale per aiutare la nostra Regione ad affrontare e
risolvere i tanti gravi problemi che la attanagliano.
Confidando
nella Sua attenzione, le porgo i miei più cordiali saluti.
Enrico
Iachello
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