Come
promesso in precedenza, avvio un rapido resoconto delle sedute del
Consiglio di amministrazione, limitandomi a quelli che mi sembrano i
punti più salienti di volta in volta all’ordine del giorno e che
implicano scelte delicate, delle cui motivazioni intendo dare conto,
accettando critiche e suggerimenti da tutti i colleghi che vorranno
farmi pervenire il loro contributo di idee.
Nella
seduta del 28 giugno, il punto per me più delicato è stato quello
riguardante il parere richiesto al Consiglio circa l’eventuale
rinuncia ai giudizi derivanti dalle vertenze sollevate da 5 dei 26
ricercatori universitari che, avendo maturato un’anzianità
contributiva di almeno 40 anni, sono stati collocati a riposo da
questo Ateneo in base alla legge 133/2008.
Alcuni
colleghi, ritenendo illegittima per difetto di motivazione la
risoluzione del rapporto di lavoro operata dall’Ateneo, hanno
proposto ricorso dinanzi al TARS – Catania; il Tribunale adito si è
pronunciato in favore dei ricorrenti sia in sede cautelare che nel
merito, ignorando di fatto la modifica nel frattempo introdotta
dall’art. 16, c. 11 del D. L. 98/2011, sebbene la stessa sia stata
segnalata al TARS dal C. G. A., a suo tempo investito della
questione. Quest’ultima modifica normativa prevede, infatti, che la
pubblica amministrazione «in tema di risoluzione del rapporto di
lavoro […] non necessita di ulteriore motivazione, qualora
l’amministrazione interessata abbia preventivamente determinato in
via generale appositi criteri applicativi con atto generale di
organizzazione interna, sottoposto al visto dei competenti organi di
controllo».
L’Ateneo
ha proposto appello avverso le sentenze del TARS – Catania per il
tramite dell’Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo.
Questo
è l’antefatto.
La
discussione in seno al Consiglio di amministrazione del 28.6.2013 si
è generata per l’iniziativa autonoma presa dal Rettore che, con
una lettera inviata il 13.6.2013, ha invitato la predetta Avvocatura
a chiedere al C.G.A. un rinvio della trattazione della domanda
cautelare (prevista per il 19.6.2013) in ragione di non meglio
precisate «nuove politiche di spesa varate dal Governo nazionale»;
ciò, in attesa che gli organi accademici competenti valutassero
l’interesse e l’opportunità di proseguire il giudizio.
L’Avvocatura
distrettuale, con nota del 17.6.2013, non ha potuto fare a meno di
rilevare, con non velato disappunto, la palese contraddittorietà
della condotta dell’Ateneo, fortemente lesiva, peraltro, dell’iter
difensivo seguito, ed ha sollecitato l’Ateneo medesimo ad
addivenire ad una determinazione definitiva sul da farsi.
Dal
confronto dialettico con i consiglieri sono emersi preliminarmente
aspetti utili per fare chiarezza sulle specifiche competenze degli
organi accademici in materia di gestione delle liti. Assodato che le
norme di legge e di statuto fissano tali competenze in capo al
Direttore generale, sentito il Consiglio di amministrazione, è stata
poi sottolineata la necessità di assicurare parità di trattamento
rispetto ai 21 ricercatori che, con indubbio stile e manifestando
grande sensibilità nei confronti dei giovani precari della ricerca,
hanno accettato – e molti di loro condiviso – il modus operandi
dell’Ateneo in relazione alla legge n. 133/2008.
Oltre
che sull’equità e sulla necessità di stabilire in modo certo e
definitivo linee di condotta uniformi, è stato posto l’accento
anche sugli aspetti economici della vicenda: infatti, le risorse
economiche “liberate” dai ricercatori collocati in pensione
possono costituire fonte di ossigeno per le scarse disponibilità
dell’Ateneo e possono ingenerare piani propositivi per il turn
over, consentendo, così, di dare risposte concrete ai tanti giovani
che da anni spendono le proprie energie al servizio dell’Ateneo e
per i quali, al momento, le prospettive sono labili e del tutto
inesistenti. Solo indicativamente, si rileva che i ricercatori
collocati a riposo hanno prodotto un’economia stipendiale di oltre
un milione di euro annui.
Dall’ampia
e articolata discussione è scaturita la decisione di proseguire le
azioni legali già intraprese.
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