mercoledì 14 novembre 2012

Non avveleniamo il nostro confronto accademico

Mi trovo di nuovo costretto (con sofferenza a dire il vero, perché avrei ben altro di cui occuparmi, come ad esempio – oltre alla normale attività didattico-scientifica – il definire ulteriormente le proposte programmatiche per la mia candidatura al Rettorato) a intervenire per rispondere agli attacchi di un sigla anonima (caro collega Giuffrida, non basta la tua firma a dare identità a un gruppo che si ostina in una esistenza fantasmatica, perché mai formalmente costituitosi, e quindi privo di organi democraticamente eletti e di rappresentanti designati). «La Sicilia» del 14.11.2012 pubblica il resoconto, ampiamente virgolettato, di un comunicato del sedicente “Coordinamento unico d’Ateneo”. Per carità, la stampa fa il suo lavoro, ma facciamo appello affinché si tenga nel debito conto il fatto che – in assenza di qualsiasi forma organizzativa riconosciuta dell’anonimo coordinamento – si tratta soltanto di un comunicato proveniente dal collega Giuffrida, unico firmatario dello stesso. Ovviamente, ciascuno può legittimamente dissentire ed esprimere le sue posizioni, ma qui siamo in presenza di un tenace tentativo di avvelenare il confronto in Ateneo, nel momento delicato della scelta del nuovo rettore, mutuando comportamenti dalla peggiore politica, e cioè puntando a delegittimare l’avversario, per spostare il terreno dal confronto sulle cose da fare agli attacchi velenosi e personali. La classe politica del Paese sta finalmente cercando (sia pure faticosamente) di uscire da questo clima; qualcuno in Ateneo ancora non se n’è accorto e resta cristallizzato in una posa che appare però grottesca, quasi oscena, tanto è consunta e denudata nella sua pretestuosità. Che senso ha dissotterrare continuamente temi su cui l’Ateneo ha risposto da tempo e analiticamente in tutte le sedi (financo attraverso una puntuale nota di risposta ad interrogazione parlamentare)? Che senso ha continuare a parlare di presunte irregolarità nella nomina del Direttore generale o di attribuzioni allo stesso di qualifiche dirigenziali di prima fascia, di cui non ha mai goduto, né avrebbe potuto mai godere, proprio perché escluse dai regolamenti vigenti nel nostro Ateneo? E ancora, che senso ha insistere su presunti illegittimi affidamenti di incarichi di collaudo, definitivamente fugati dal Rettore in una pubblica assemblea e poi in note ufficiali (a disposizione di tutta la comunità) trasmesse agli organi competenti? Mi si accusa di dimenticare questi aspetti. Mi permetto di osservare che è il collega Giuffrida (e i suoi ‘anonimi’) a dimenticare che su questi temi ho già preso posizione (proprio sulle colonne de «La Sicilia», e non in segreti conciliaboli, firmandomi col mio nome e cognome, senza alcuna etichetta a coprirlo), diversi mesi addietro e in varie occasioni.
Cosa altrettanto scorretta è il rimproverarmi di dimenticare i drammi dei lavoratori precari. Sedendo da tempo negli organi di Ateneo (prima, il Senato accademico, ora il Consiglio di amministrazione) ho attivamente dato il mio contributo affinché il nostro Ateneo, primo in Italia, oserei dire unico, avviasse le procedure per la loro stabilizzazione. Come ignorare il fatto che il Rettore ha avanzato una precisa proposta per consolidare questo percorso, destinandovi il 20-30% dei 13,76 punti organico appena assegnati dal Ministero? Non è di questa proposta che dovremmo parlare tutti insieme in Ateneo? C’è accordo su tale proposta o dissenso, magari di chi proporrebbe di destinare alla docenza tutti i punti organico disponibili, per mantenere accesi alcuni corsi di studio messi in difficoltà dai numerosi pensionamenti? Per parte mia, con l’autorevolezza di consigliere di amministrazione, dopo ampio ragionamento con lo stesso Rettore, ho contribuito all’elaborazione della proposta rettorale. Mi sia consentito, senza sollevare polemiche: sono rimasto stupito (e l’ho detto in Consiglio di amministrazione) del fatto che i sindacati abbiano individuato come priorità le cosiddette ‘linee guida’ in materia di procedimenti disciplinari, anteponendole al dramma dei lavoratori che, a breve, rischiano di essere licenziati se non si individuano nuovi percorsi occupazionali tramite la Prefettura. Mi riferisco appunto ai lavoratori “ex-Coem” citati da Giuffrida, ma la cosa riguarda anche altri precari. E come si può, inoltre, citare il caso del personale del Policlinico universitario senza dire che avere posto tale personale a carico del bilancio regionale (senza danni di alcun genere per i lavoratori interessati) libera risorse proprio per stabilizzare i precari dell’Ateneo? È accettabile tutto ciò?
Non mi stancherò mai di fare appello al buon senso di tutti per evitare di denigrare il nostro Ateneo (di questo in sostanza si tratta) attraverso polemiche strumentali e rancorose. Un Ateneo, si badi, che ha guadagnato in questi anni posizioni di merito nel confronto nazionale e internazionale, salvaguardando al tempo stesso – a differenza della stragrande maggioranza delle altre università – l’equilibrio dei propri bilanci. Lo ribadisco: ho proposto la mia candidatura a rettore per unire la comunità universitaria e lavoro per un rasserenamento del confronto. Non mi farò trascinare nella rissa né da un gruppo anonimo, né dal collega Giuffrida, a cui sommessamente suggerisco di pensare piuttosto a dare qualche consiglio su come migliorare la produttività scientifica dei docenti dell’Ateneo, a partire dalla sua, che non mi pare per niente lusinghiera. I suoi attacchi non gli fanno ‘titolo’, né politico, né tanto meno scientifico.

Enrico Iachello

2 commenti:

  1. Seguo con interesse la ormai avviata campagna elettorale per la futura elezione del Rettore dell’Università degli studi di Catania. Spero di entrare al più presto a far parte – ammesso che il Magnifico prof. Recca inviti i Dipartimenti ad avviare l’iter per la nomina della componente studentesca all’interno delle Commissioni paritetiche dipartimentali- della Commissione paritetica del Dipartimento di Matematica ed Informatica. Chiar.mo prof Iachello, Lei scrive “ ho proposto la mia candidatura a rettore per unire la comunità universitaria [...] suggerisco [al collega Giuffrida] di pensare piuttosto a dare qualche consiglio su come migliorare la produttività scientifica dei docenti dell’Ateneo, a partire dalla sua, che non mi pare per niente lusinghiera”, lodevole è l’intento di unire la comunità accademica, a mio avviso, però, i Suoi “sommessi suggerimenti” sono espressi in forma offensiva, lontani dallo scopo che Lei si propone di raggiungere.
    Dott. Salvatore Lombardo, rappresentante degli studenti CdL Magistrale in Matematica.

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  2. Nessun intento offensivo, mi creda. Solo l'invito a concentrarsi su problemi reali dell'Ateneo. La produttività scientifica è tra questi. Cordiali saluti, Enrico Iachello

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