Mi
trovo di nuovo costretto (con sofferenza a dire il vero, perché
avrei ben altro di cui occuparmi, come ad esempio – oltre alla
normale attività didattico-scientifica – il definire ulteriormente
le proposte programmatiche per la mia candidatura al Rettorato) a
intervenire per rispondere agli attacchi di un sigla anonima (caro
collega Giuffrida, non basta la tua firma a dare identità a un
gruppo che si ostina in una esistenza fantasmatica, perché mai
formalmente costituitosi, e quindi privo di organi democraticamente
eletti e di rappresentanti designati). «La Sicilia» del 14.11.2012
pubblica il resoconto, ampiamente virgolettato, di un comunicato del
sedicente “Coordinamento unico d’Ateneo”. Per carità, la
stampa fa il suo lavoro, ma facciamo appello affinché si tenga nel
debito conto il fatto che – in assenza di qualsiasi forma
organizzativa riconosciuta dell’anonimo coordinamento – si tratta
soltanto di un comunicato proveniente dal collega Giuffrida, unico
firmatario dello stesso. Ovviamente, ciascuno può legittimamente
dissentire ed esprimere le sue posizioni, ma qui siamo in presenza di
un tenace tentativo di avvelenare il confronto in Ateneo, nel momento
delicato della scelta del nuovo rettore, mutuando comportamenti dalla
peggiore politica, e cioè puntando a delegittimare l’avversario,
per spostare il terreno dal confronto sulle cose da fare agli
attacchi velenosi e personali. La classe politica del Paese sta
finalmente cercando (sia pure faticosamente) di uscire da questo
clima; qualcuno in Ateneo ancora non se n’è accorto e resta
cristallizzato in una posa che appare però grottesca, quasi oscena,
tanto è consunta e denudata nella sua pretestuosità. Che senso ha
dissotterrare continuamente temi su cui l’Ateneo ha risposto da
tempo e analiticamente in tutte le sedi (financo attraverso una
puntuale nota di risposta ad interrogazione parlamentare)? Che senso
ha continuare a parlare di presunte irregolarità nella nomina del
Direttore generale o di attribuzioni allo stesso di qualifiche
dirigenziali di prima fascia, di cui non ha mai goduto, né avrebbe
potuto mai godere, proprio perché escluse dai regolamenti vigenti
nel nostro Ateneo? E ancora, che senso ha insistere su presunti
illegittimi affidamenti di incarichi di collaudo, definitivamente
fugati dal Rettore in una pubblica assemblea e poi in note ufficiali
(a disposizione di tutta la comunità) trasmesse agli organi
competenti? Mi si accusa di dimenticare questi aspetti. Mi permetto
di osservare che è il collega Giuffrida (e i suoi ‘anonimi’) a
dimenticare che su questi temi ho già preso posizione (proprio sulle
colonne de «La Sicilia», e non in segreti conciliaboli, firmandomi
col mio nome e cognome, senza alcuna etichetta a coprirlo), diversi
mesi addietro e in varie occasioni.
Cosa
altrettanto scorretta è il rimproverarmi di dimenticare i drammi dei
lavoratori precari. Sedendo da tempo negli organi di Ateneo (prima,
il Senato accademico, ora il Consiglio di amministrazione) ho
attivamente dato il mio contributo affinché il nostro Ateneo, primo
in Italia, oserei dire unico, avviasse le procedure per la loro
stabilizzazione. Come ignorare il fatto che il Rettore ha avanzato
una precisa proposta per consolidare questo percorso, destinandovi il
20-30% dei 13,76 punti organico appena assegnati dal Ministero? Non è
di questa proposta che dovremmo parlare tutti insieme in Ateneo? C’è
accordo su tale proposta o dissenso, magari di chi proporrebbe di
destinare alla docenza tutti i punti organico disponibili, per
mantenere accesi alcuni corsi di studio messi in difficoltà dai
numerosi pensionamenti? Per parte mia, con l’autorevolezza di
consigliere di amministrazione, dopo ampio ragionamento con lo stesso
Rettore, ho contribuito all’elaborazione della proposta rettorale.
Mi sia consentito, senza sollevare polemiche: sono rimasto stupito (e
l’ho detto in Consiglio di amministrazione) del fatto che i
sindacati abbiano individuato come priorità le cosiddette ‘linee
guida’ in materia di procedimenti disciplinari, anteponendole al
dramma dei lavoratori che, a breve, rischiano di essere licenziati se
non si individuano nuovi percorsi occupazionali tramite la
Prefettura. Mi riferisco appunto ai lavoratori “ex-Coem” citati
da Giuffrida, ma la cosa riguarda anche altri precari. E come si può,
inoltre, citare il caso del personale del Policlinico universitario
senza dire che avere posto tale personale a carico del bilancio
regionale (senza danni di alcun genere per i lavoratori interessati)
libera risorse proprio per stabilizzare i precari dell’Ateneo? È
accettabile tutto ciò?
Non
mi stancherò mai di fare appello al buon senso di tutti per evitare
di denigrare il nostro Ateneo (di questo in sostanza si tratta)
attraverso polemiche strumentali e rancorose. Un Ateneo, si badi, che
ha guadagnato in questi anni posizioni di merito nel confronto
nazionale e internazionale, salvaguardando al tempo stesso – a
differenza della stragrande maggioranza delle altre università –
l’equilibrio dei propri bilanci. Lo ribadisco: ho proposto la mia
candidatura a rettore per unire la comunità universitaria e lavoro
per un rasserenamento del confronto. Non mi farò trascinare nella
rissa né da un gruppo anonimo, né dal collega Giuffrida, a cui
sommessamente suggerisco di pensare piuttosto a dare qualche
consiglio su come migliorare la produttività scientifica dei docenti
dell’Ateneo, a partire dalla sua, che non mi pare per niente
lusinghiera. I suoi attacchi non gli fanno ‘titolo’, né
politico, né tanto meno scientifico.
Enrico
Iachello
Seguo con interesse la ormai avviata campagna elettorale per la futura elezione del Rettore dell’Università degli studi di Catania. Spero di entrare al più presto a far parte – ammesso che il Magnifico prof. Recca inviti i Dipartimenti ad avviare l’iter per la nomina della componente studentesca all’interno delle Commissioni paritetiche dipartimentali- della Commissione paritetica del Dipartimento di Matematica ed Informatica. Chiar.mo prof Iachello, Lei scrive “ ho proposto la mia candidatura a rettore per unire la comunità universitaria [...] suggerisco [al collega Giuffrida] di pensare piuttosto a dare qualche consiglio su come migliorare la produttività scientifica dei docenti dell’Ateneo, a partire dalla sua, che non mi pare per niente lusinghiera”, lodevole è l’intento di unire la comunità accademica, a mio avviso, però, i Suoi “sommessi suggerimenti” sono espressi in forma offensiva, lontani dallo scopo che Lei si propone di raggiungere.
RispondiEliminaDott. Salvatore Lombardo, rappresentante degli studenti CdL Magistrale in Matematica.
Nessun intento offensivo, mi creda. Solo l'invito a concentrarsi su problemi reali dell'Ateneo. La produttività scientifica è tra questi. Cordiali saluti, Enrico Iachello
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