giovedì 1 novembre 2012

Lettera aperta al Presidente della Regione



Signor Presidente,
nel congratularmi con lei per la vittoria ottenuta, le auguro di cuore (le difficoltà sono evidenti e drammatiche) di riuscire ad affermare quel cambiamento che in Sicilia tutti auspichiamo.
In questo promesso e invocato cambiamento mi permetto di avanzare alcune proposte che, durante la campagna elettorale, avevo sottoposto nel mio blog ai candidati alla Presidenza della Regione. Le rivolgo adesso a lei, che il voto ha designato democraticamente alla guida di una istituzione che appare però bisognosa di ricucire – dopo una lunga storia di malgoverno – il rapporto con i siciliani (penso al record storico di astensioni, meno della metà della popolazione è andata a votare).
Lei ha parlato di cambiamento e di rinascimento.
Da candidato alla carica di Rettore dell’Ateneo di Catania mi permetto allora di rivolgerle, fiducioso, alcune richieste che mi paiono urgenti per l’Università siciliana e che, a mio avviso, consentirebbero all’istituzione universitaria di dare un contributo efficace per provare ad aiutare la nostra Regione ad affrontare la grave crisi che il Paese tutto attraversa.



Le elenco schematicamente:

a. Diritto allo studio. Un’efficace politica passa attraverso la ridefinizione e il potenziamento dell’ERSU, con un investimento in alloggi e mense, attraverso progetti che prevedano anche la partecipazione di privati che possano utilizzare queste strutture nei periodi ‘vuoti’ (estate, festività) anche per ricezione turistico-culturale.

b. Medicina universitaria e sistema sanitario pubblico. Il sistema sanitario è stato ed è vittima privilegiata degli appetiti politici, spesso famelici; da tale voracità non è stata risparmiata la medicina universitaria, anzi recentemente, a Catania, a causa di una fusione tra le aziende a dir poco precipitosa, la medicina universitaria è diventata un ‘boccone prelibato’, e sin troppo tenero, della politica. Occorre allora ribadire il primato della mission della medicina universitaria, che non può essere solo assistenziale, ma orientata, in primo luogo, alla didattica, alla formazione e alla ricerca. Nella struttura di governance dell’azienda Policlinico, la Scuola di Medicina deve riottenere il ruolo che le compete e che le è stato di fatto sottratto con un vero colpo di mano della politica e della burocrazia regionale. Il primo passo per restituire ciò che è stato indebitamente sottratto, non solo alla Scuola di Medicina, ma al sistema universitario nel suo complesso, è il riconoscimento, nel nuovo protocollo che si andrà a stipulare, di un ruolo fondamentale e decisivo (non puramente formale) dell’Università, e dei suoi organi di governo e di rappresentanza, nella selezione del management di vertice dell’azienda di riferimento. Analogamente, i vari dipartimenti universitari, in base alle competenze di ciascuno, potrebbero fornire un utile contributo per l’individuazione e per la selezione dei manager degli enti regionali nei casi in cui siano previste competenze e qualificazioni non strettamente ‘politiche’, in modo da pervenire alla definizione di albi di personale qualificato a cui attingere. Sarebbe un passo indietro della politica e un passo in avanti delle istituzioni culturali e tecniche, i cui vertici ‘tecnici’ non verrebbero più etichettati come appartenenti a questo o a quel politico.

c. Formazione e master. Definire con l’Università, le imprese e i sindacati percorsi di formazione finanziati dalla Regione in base alle esigenze del mercato del lavoro. Affidare all’Università la selezione delle proposte progettuali e il monitoraggio dell’attività didattica.
Non può essere la Regione a effettuare la ‘selezione’ delle proposte di master universitari; i finanziamenti vanno assegnati alle università, affinché siano esse a decidere quali master attivare, tenendo conto prioritariamente degli sbocchi occupazionali offerti dal mercato del lavoro, delle richieste di formazione provenienti dalla base, dell’effettiva possibilità di svolgere stage professionalizzanti.

d. Beni culturali. Individuazione del settore dei Beni culturali (con particolare attenzione all’urbanistica, al recupero architettonico e all’archeologia) quale settore strategico per lo sviluppo dell’Isola; ciò anche attraverso l’incentivazione di iniziative in sinergia pubblico/privato, che riconoscano all’Università il ruolo, che le compete, di leadership scientifica.



Signor Presidente, sono consapevole che in questa fase iniziale del suo insediamento le priorità possono apparire altre. Sono però convinto che non ci sia molto tempo per provare ad avviare una strategia nuova per la nostra Regione. La prego solo di considerare le mie proposte come un’offerta di collaborazione a lei e al Paese, per far sì che l’Università giochi il ruolo che può e deve giocare per far fronte a una crisi ormai drammatica. In altri termini la invito a considerare l’Università come una risorsa significativa nella sua strategia di trasformazione dell’istituto regionale.
Confidando nella sua attenzione, le rinnovo il mio sentito augurio di buon lavoro.

Enrico Iachello

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