nel
congratularmi con lei per la vittoria ottenuta, le auguro di cuore
(le difficoltà sono evidenti e drammatiche) di riuscire ad affermare
quel cambiamento che in Sicilia tutti auspichiamo.
In
questo promesso e invocato cambiamento mi permetto di avanzare alcune
proposte che, durante la campagna elettorale, avevo sottoposto nel
mio blog ai candidati alla Presidenza della Regione. Le rivolgo
adesso a lei, che il voto ha designato democraticamente alla guida di
una istituzione che appare però bisognosa di ricucire – dopo una
lunga storia di malgoverno – il rapporto con i siciliani (penso al
record storico di astensioni, meno della metà della popolazione è
andata a votare).
Lei
ha parlato di cambiamento e di rinascimento.
Da
candidato alla carica di Rettore dell’Ateneo di Catania mi permetto
allora di rivolgerle, fiducioso, alcune richieste che mi paiono
urgenti per l’Università siciliana e che, a mio avviso,
consentirebbero all’istituzione universitaria di dare un contributo
efficace per provare ad aiutare la nostra Regione ad affrontare la
grave crisi che il Paese tutto attraversa.
Le
elenco schematicamente:
a.
Diritto allo studio. Un’efficace
politica passa attraverso la ridefinizione e il
potenziamento dell’ERSU, con un investimento in alloggi e
mense, attraverso progetti che prevedano anche la partecipazione
di privati che possano utilizzare queste strutture nei periodi
‘vuoti’ (estate, festività) anche per ricezione
turistico-culturale.
b.
Medicina universitaria e
sistema sanitario pubblico. Il
sistema sanitario è stato ed è vittima privilegiata degli
appetiti politici, spesso famelici; da tale voracità non è
stata risparmiata la medicina universitaria, anzi recentemente,
a Catania, a causa di una fusione tra le aziende a dir poco
precipitosa, la medicina universitaria
è
diventata
un
‘boccone prelibato’,
e
sin
troppo
tenero,
della
politica.
Occorre
allora
ribadire
il
primato
della
mission della
medicina
universitaria,
che
non
può
essere
solo
assistenziale,
ma
orientata,
in
primo luogo,
alla
didattica,
alla
formazione
e
alla
ricerca.
Nella
struttura
di
governance
dell’azienda Policlinico,
la Scuola di Medicina deve riottenere il ruolo che le compete e che
le è stato di fatto sottratto con un vero colpo di mano della
politica e della burocrazia regionale. Il primo passo per
restituire ciò che è stato indebitamente sottratto, non solo alla
Scuola di Medicina, ma al sistema universitario nel suo
complesso, è il riconoscimento, nel nuovo protocollo che si
andrà a stipulare, di un ruolo fondamentale e decisivo (non
puramente formale) dell’Università, e dei suoi organi di
governo e di rappresentanza, nella selezione del management di
vertice dell’azienda di riferimento. Analogamente, i vari
dipartimenti universitari, in base alle competenze di
ciascuno, potrebbero fornire un utile contributo per
l’individuazione e per la selezione dei manager degli enti
regionali nei casi in cui siano previste competenze e qualificazioni
non strettamente ‘politiche’, in modo da pervenire alla
definizione di albi di personale qualificato a cui attingere.
Sarebbe un passo indietro della politica e un passo in avanti delle
istituzioni culturali e tecniche, i cui vertici ‘tecnici’
non verrebbero più etichettati come appartenenti a questo o a
quel politico.
c.
Formazione e master. Definire con
l’Università, le imprese e i sindacati percorsi di formazione
finanziati dalla Regione in base alle esigenze del mercato del
lavoro. Affidare all’Università la selezione delle proposte
progettuali e il monitoraggio dell’attività didattica.
Non
può essere la Regione a effettuare la ‘selezione’ delle proposte
di master universitari; i finanziamenti vanno assegnati alle
università, affinché siano esse a decidere quali master attivare,
tenendo conto prioritariamente degli sbocchi occupazionali offerti
dal mercato del lavoro, delle richieste di formazione
provenienti dalla base, dell’effettiva possibilità di svolgere
stage professionalizzanti.
d.
Beni
culturali.
Individuazione
del
settore
dei
Beni
culturali
(con
particolare
attenzione
all’urbanistica, al
recupero
architettonico
e
all’archeologia)
quale
settore
strategico
per
lo
sviluppo dell’Isola;
ciò
anche
attraverso
l’incentivazione
di
iniziative
in
sinergia
pubblico/privato,
che riconoscano
all’Università
il
ruolo,
che
le
compete,
di
leadership
scientifica.
Signor
Presidente, sono consapevole che in questa fase iniziale del suo
insediamento le priorità possono apparire altre. Sono però convinto
che non ci sia molto tempo per provare ad avviare una strategia nuova
per la nostra Regione. La prego solo di considerare le mie proposte
come un’offerta di collaborazione a lei e al Paese, per far sì che
l’Università giochi il ruolo che può e deve giocare per far
fronte a una crisi ormai drammatica. In altri termini la invito a
considerare l’Università come una risorsa significativa nella sua
strategia di trasformazione dell’istituto regionale.
Confidando
nella sua attenzione, le rinnovo il mio sentito augurio di buon
lavoro.
Enrico Iachello
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