lunedì 18 febbraio 2013

Appello per Enrico Iachello

Siamo ormai quasi al termine della competizione elettorale per la carica di Rettore. Nel complesso, una competizione serena, anche se non sono purtroppo mancati alcuni episodi poco gradevoli e pressioni talvolta eccessive.
Sentiamo il bisogno – soprattutto nell’attuale rincorrersi di voci, che mira a predeterminare il risultato che solo lo spoglio di giorno 21 potrà in realtà rivelarci – di ribadire il nostro sostegno a Enrico Iachello.
Il suo programma si è rivelato il più rigoroso nell’affrontare i drammatici problemi del nostro Ateneo, a seguito della progressiva riduzione del fondo di finanziamento ministeriale, e nell'indicare la strada da percorrere per risolverli, evitando demagogia e promesse facili a dirsi e impossibili a mantenersi. Mettendo da parte conflitti interni più o meno legittimi e l’inutile ricerca di alibi, la sua proposta fa appello alla nostra responsabilità e al nostro impegno, l’unica leva su cui possiamo direttamente operare. In altri termini, ci invita a uno sforzo per cambiare il nostro Ateneo, senza affidarsi a proclami roboanti sì, ma vuoti. Sarebbe forse più comodo, apparentemente anche più conveniente, rifugiarsi nel solito slogan «piove, governo ladro», immaginando che i nostri problemi siano solo colpa degli altri. A tanti può anche fare piacere dipingere un quadro della situazione tanto tranquillizzante, quanto purtroppo non corrispondente alla realtà. A nostro avviso, si tratta di strade non percorribili, pena la definitiva marginalizzazione del nostro Ateneo e il default.
Occorre, piuttosto, individuare soluzioni concrete, immediate e fattibili, quali sono quelle prospettate da Enrico Iachello. La via da imboccare è quella, faticosa ma gratificante, del miglioramento della nostra qualità; ciò significa, anzitutto, fare diminuire il numero degli studenti fuori corso e aumentare la nostra produttività scientifica, fattori che ci hanno sin qui penalizzato nella distribuzione della quota premiale del fondo di finanziamento ministeriale. Da qui anche la proposta di una democrazia meritocratica (riservare l’elettorato passivo per la cariche accademiche, ma anche eventuali deleghe, ai colleghi posti nei primi due quartili delle graduatorie di merito).
La storia di Enrico Iachello, il suo percorso accademico e il suo impegno a servizio dell’Ateneo, prima da preside e ora da consigliere di amministrazione, hanno rivelato la sua piena dedizione alla nostra Istituzione, unita a un approccio rigoroso e ricco di saggia inventiva, tutte caratteristiche che lo rendono meritevole di essere alla guida del nostro Ateneo, un Ateneo che sia soggetto culturale attivo e propositivo, fattore di sviluppo del nostro territorio.

Salvo Adorno, Vicedirettore Dipartimento di Scienze Umanistiche
Gabriella Alfieri, Presidente Fondazione Verga, Accademica della Crusca, Dipartimento Scienze Umanistiche
Carmelo Crimi, Direttore Dipartimento di Scienze Umanistiche
Febronia Elia, componente CDA Ateneo
Marcello Lattuada, Dipartimento di Fisica e Astronomia
Ida Nicotra, Dipartimento Seminario Giuridico
Dario Palermo, Direttore Dipartimento di Scienze della Formazione
Giovanna Tempera, Direttore Dipartimento di Scienze Bio-Mediche


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