Siamo
ormai quasi al termine della competizione elettorale per la carica di
Rettore. Nel complesso, una competizione serena, anche se non sono
purtroppo mancati alcuni episodi poco gradevoli e pressioni talvolta
eccessive.
Sentiamo
il bisogno – soprattutto nell’attuale rincorrersi di voci, che
mira a predeterminare il risultato che solo lo spoglio di giorno 21
potrà in realtà rivelarci – di ribadire il nostro sostegno a
Enrico Iachello.
Il
suo programma si è rivelato il più rigoroso nell’affrontare i
drammatici problemi del nostro Ateneo, a seguito della progressiva
riduzione del fondo di finanziamento ministeriale, e nell'indicare la
strada da percorrere per risolverli, evitando demagogia e promesse
facili a dirsi e impossibili a mantenersi. Mettendo da parte
conflitti interni più o meno legittimi e l’inutile ricerca di
alibi, la sua proposta fa appello alla nostra responsabilità e al
nostro impegno, l’unica leva su cui possiamo direttamente operare.
In altri termini, ci invita a uno sforzo per cambiare il nostro
Ateneo, senza affidarsi a proclami roboanti sì, ma vuoti. Sarebbe
forse più comodo, apparentemente anche più conveniente, rifugiarsi
nel solito slogan «piove, governo ladro», immaginando che i nostri
problemi siano solo colpa degli altri. A tanti può anche fare
piacere dipingere un quadro della situazione tanto tranquillizzante,
quanto purtroppo non corrispondente alla realtà. A nostro avviso, si
tratta di strade non percorribili, pena la definitiva
marginalizzazione del nostro Ateneo e il default.
Occorre,
piuttosto, individuare soluzioni concrete, immediate e fattibili,
quali sono quelle prospettate da Enrico Iachello. La via da imboccare
è quella, faticosa ma gratificante, del miglioramento della nostra
qualità; ciò significa, anzitutto, fare diminuire il numero degli
studenti fuori corso e aumentare la nostra produttività scientifica,
fattori che ci hanno sin qui penalizzato nella distribuzione della
quota premiale del fondo di finanziamento ministeriale. Da qui anche
la proposta di una democrazia meritocratica (riservare l’elettorato
passivo per la cariche accademiche, ma anche eventuali deleghe, ai
colleghi posti nei primi due quartili delle graduatorie di merito).
La
storia di Enrico Iachello, il suo percorso accademico e il suo
impegno a servizio dell’Ateneo, prima da preside e ora da
consigliere di amministrazione, hanno rivelato la sua piena dedizione
alla nostra Istituzione, unita a un approccio rigoroso e ricco di
saggia inventiva, tutte caratteristiche che lo rendono meritevole di
essere alla guida del nostro Ateneo, un Ateneo che sia soggetto
culturale attivo e propositivo, fattore di sviluppo del nostro
territorio.
Salvo
Adorno, Vicedirettore Dipartimento di Scienze Umanistiche
Gabriella
Alfieri, Presidente Fondazione Verga, Accademica della Crusca,
Dipartimento Scienze Umanistiche
Carmelo
Crimi, Direttore Dipartimento di Scienze Umanistiche
Febronia
Elia, componente CDA Ateneo
Marcello
Lattuada, Dipartimento di Fisica e Astronomia
Ida
Nicotra, Dipartimento Seminario Giuridico
Dario
Palermo, Direttore Dipartimento di Scienze della Formazione
Giovanna
Tempera, Direttore Dipartimento di Scienze Bio-Mediche
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