mercoledì 7 novembre 2012

Non è più tempo di dinosauri!


Intervento di Giulio Fortini, Rappresentante del personale tecnico-amministrativo nel Senato accademico dell’Università di Catania




Come ha già avuto modo di sottolineare il Rettore, lascia veramente perplessi il recente intervento dei signori Distefano, Lanzafame, Gatto e Nicotra, che giungono a chiedere – invero 'sopra le righe' – le dimissioni di ben diciotto senatori accademici (anch'io fra di loro), 'colpevoli' di avere votato una mozione con cui semplicemente invitano il Rettore in carica – essendosi ormai aperto l'iter con cui la comunità universitaria sceglierà, fra pochi mesi, il nuovo Rettore per il prossimo sessennio – a lasciare massimo spazio al libero dibattito fra i candidati alla carica rettorale, evitando, in questi pochi mesi, di assumere (il Rettore e gli organi di Ateneo) decisioni 'definitive' su tematiche che sono oggetto del dibattito in corso. Un'indicazione democratica, se vogliamo banale e ovvia, che stranamente trova ostili i quattro sindacalisti di cui sopra.

Ma c'è, fra i quattro sindacalisti, chi ha voluto proprio strafare. Al sig. Gatto non bastano le dimissioni dei diciotto senatori. Si vuole distinguere; e pretende, da solo, di spararla ancora più grossa. Evidentemente, mal sopporta che la competizione elettorale si svolga attraverso un sereno e costruttivo confronto fra i candidati rettore. Mal sopporta che tale dibattito non lo veda più fra i protagonisti e non gli piace chiedersi – neppure per un istante – se ciò derivi, per caso, da una sua perdita di reale rappresentatività all'interno dell'Ateneo (di cui è ex dipendente, ora in pensione), derivante dal modo in cui ha svolto, negli anni, il suo ruolo di sindacalista. Eppure sono veramente tanti i colleghi che mi segnalano quanto poco il sig. Gatto abbia curato gli interessi generali dei lavoratori del nostro Ateneo e quanto, invece, si occupi e si sia occupato di altro.
Immagina, allora, il sig. Gatto – sfruttando il momento elettorale, diciamolo pure, 'a orologeria' – di potere riguadagnare il terreno che ha, per sue responsabilità, definitivamente perduto, scagliandosi, a modo suo, con grida mistificatorie e con basse insinuazioni, del tutto prive di fondamento (che lo stesso sig. Gatto non può non sapere quanto siano prive di qualsiasi fondamento), contro il Direttore generale, apparentemente, ma in effetti contro i circa cento fra senatori accademici e consiglieri di amministrazione dell'Ateneo (ancora io fra di loro), componenti degli organi in carica e di quelli del precedente quadriennio, che – con voto sempre unanime – hanno conferito al prof. Maggio l'incarico di Direttore amministrativo, nel 2009, e di Direttore generale, nel 2012.

Eppure, dal 1.11.2008 al 31.10.2010, il sig. Gatto sedeva in Senato accademico. Come mai si accorge solo adesso, avendo sempre taciuto prima, che i senatori e i consiglieri di allora (compresi i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo, alcuni dei quali espressi dalla stessa sigla sindacale di cui il sig. Gatto continua a essere rappresentante, malgrado il suo pensionamento risalga al 2010) stavano commettendo chissà quale illegittimità nel conferire l'incarico di Direttore amministrativo al prof. Maggio? Problemi del sig. Gatto, i cui 'tempi di reazione' risultano invero assai strani. Lasciatemelo dire: grossa, sig. Gatto!

Mentre l'Ateneo ha già dato mandato ai suoi legali di approntare ogni opportuna azione nei confronti del sig. Gatto e a tutela degli interessi dell'Ateneo, e mentre anch'io mi riservo di tutelarmi personalmente nei modi più opportuni, mi permetto di dare all'ex collega Gatto un consiglio, senza pretendere in alcun modo che lui voglia accettarlo. Lo faccio sommessamente, a titolo personale e in rappresentanza dei tanti colleghi che, con il loro voto, hanno voluto che io sieda in Senato accademico.

Caro sig. Gatto, è vero che il nostro Paese, e con esso il nostro Ateneo, ha bisogno di riguadagnare una dimensione 'collettiva', ha bisogno – nell'affrontare la fase di difficoltà in cui ci troviamo tutti – di partiti politici e di forze sindacali, che siano però 'nuovi', riqualificati, veramente rappresentativi della gente, moralmente ineccepibili. Di forze sindacali, in particolare, che la smettano di invadere altri terreni, per occuparsi – interamente e onestamente – degli interessi dei lavoratori, primi fra tutti i tanti precari e coloro che sono in cerca di occupazione.
Il nostro Paese, e con esso il nostro Ateneo, non hanno più bisogno dei nostalgici e dei vecchi riti 'del tempo che fu', che tanti guai ci hanno lasciato in eredità, tempi in cui l'appartenenza alla 'casta' ha assicurato a pochi individui prebende e privilegi, posti e promozioni, del tutto immeritati e pagati con denari sottratti alla gente onesta e ai lavoratori meritevoli.
La nostra amministrazione lo ha ben compreso e ha imboccato con convinzione – sotto la guida del Rettore Recca – la strada del cambiamento, del rispetto delle regole, del merito, dell'innovazione: un cammino solcato – con tanta strada ancora da percorrere, con tante scelte da compiere quotidianamente – nella direzione della qualità, della professionalità, della valorizzazione di chi lavora, della serenità, anche occupazionale e retributiva, della nostra comunità universitaria.
Adesso rifletta anche lei, sig. Gatto: non è più tempo di dinosauri!

Nessun commento:

Posta un commento