mercoledì 13 febbraio 2013

Università e CNR: il dottorato come prima prova di integrazione

(intervento di Daniele Malfitana, direttore Istituto per i beni archeologici e monumentali del CNR, Catania)



Il tema del dottorato di ricerca toccato da Enrico Iachello, alla luce del recente DM dell'8 febbraio, offre l’occasione per consolidare sempre più interesse attorno ad un argomento su cui le Università e gli Enti di ricerca saranno chiamati ad operare già nei prossimi mesi. Sì, anche gli Enti di ricerca: perché il DM appena menzionato, all’art. 2, comma 2, lettere a, d, prevede espressamente che la costruzione del nuovo corso di dottorato debba nascere, anche, da sinergie, consorzi, convenzioni tra università ed enti di ricerca. La necessità di legare sempre più la rete delle università agli enti di ricerca (in primis, la rete degli Istituti del CNR sparsi su tutto il territorio nazionale) è stata sinora molto sostenuta dal Ministro Profumo. Il decreto ministeriale immediatamente precedente (prot. 24786 del 27.11.2012 «Convenzione quadro tra Università ed enti pubblici di ricerca per consentire ai professori e ricercatori universitari a tempo pieno di svolgere attività di ricerca presso un ente pubblico e ai ricercatori di ruolo degli enti pubblici di ricerca di svolgere attività didattica e di ricerca presso Università») va proprio nella direzione di favorire le sinergie, le interazioni, la reciprocità creando quel sistema integrato tra Università ed enti di ricerca sempre auspicato e su cui anche il Presidente del CNR, Luigi Nicolais, sta lavorando tanto. Peraltro, le attività didattiche svolte dai ricercatori degli enti di ricerca potranno concorrere proporzionalmente all'accreditamento delle sedi e dei corsi di studio. Segno evidente che la sinergia è quasi obbligata. Ora, con il DM dell'8 febbraio scorso, la prima occasione di prova che si offre è il dottorato. Su questo tema, credo sia necessario fare squadra. Il coinvolgimento del CNR come altro attore co-gestore del corso di dottorato potrebbe servire anche a "recuperare" risorse per accrescere il numero delle borse oltre ad ottimizzare sforzi ed energie per l’investimento sui giovani ricercatori. La strategia e l'interesse ad attivarsi tempestivamente sul tema, come enunciato da Enrico Iachello nel suo intervento, dunque, sembra condivisibile e sostenibile. Come sicuramente sostenibile è il tema di un possibile futuro dottorato sui "processi di costruzione delle identità territoriali". Un tema strategico capace di radunare competenze diverse e sicuramente risorse diverse creando quelle aggregazioni disciplinari necessarie per la crescita, dell'Università come dell'ente di ricerca. L'esperienza del Polo Archeologico di Palazzo Ingrassia, voluto con forza e lungimiranza direi da Enrico Iachello qualche anno fa e nel quale convivono archeologi e storici del Dipartimento di Scienze Umanistiche ed archeologi e storici dell'Istituto CNR che chi scrive dirige, ci dimostra che già allora si era visto bene anticipando quanto ora sancito dai decreti ministeriali appena pubblicati.

Daniele Malfitana



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